La decima e ultima giornata avviene sotto il regno di Panfilo (il suo nome vuol dire: “colui che tutto ama”). Il tema è quello delle avventure d’amore vissute con magnanimità e cortesia. Si tratta di due concetti che abbiamo già incontrato nella V giornata, quando abbiamo parlato della novella di Federigo degli Alderighi e di quella di Nastagio degli Onesti. “Magnanimità” e “cortesia” sono infatti due concetti cardine della società medievale-feudale: Boccaccio li richiama alla fine del suo percorso di cornice per sottolineare come, nonostante il Decameron sia importante soprattutto per gli elementi di novità che abbiamo visto (il pubblico delle lettrice, la società mercantile etc), sia perfettamente in grado di inserirsi nel canone, cioè nel corso della letteratura ‘adatta’ delle letteratura del suo tempo.

Ultimo a parlare è come sempre Dioneo, alla cui novella è dunque affidata l’ultima parola (anche se poi, ovviamente, la storia della cornice prosegue con la fine del soggiorno della brigata nella villa fuori Firenze e il loro rientro in città). La sua novella è una delle più singolari di tutto il Decameron e narra la storia della paziente Griselda. La storia di Griselda è molto simile a quella di Giobbe (un personaggio dell’Antico Testamento): giovane e povera, Griselda viene presa in sposa dal marchese di Saluzzo, che, per mettere alla prova la sua virtù, la sottopone a ogni specie di angheria. Lei però, non si capisce bene nemmeno perché, sopporta tutto con pazienza, mantenendo immutato l’amore per suo marito Gualtieri. Alla fine, la sua pazienza verrà ricompensata e Gualtieri, fidandosi finalmente della fedeltà totale della moglie, la riammetterà finalmente al suo fianco dichiarandole il suo amore. La novella è molto interessante perché è costruita interamente all’interno di una visione feudale. Gualtieri è il feudatario: da un lato, sposando Griselda, ottiene da lei un vincolo di obbedienza molto simile a quello che il signore otteneva dal vassallo; dall’altro Gualtieri stesso in quanto marchese di Saluzzo ha come signore degli obblighi nei confronti dei suoi vassalli (quello di prendere moglie, per garantirsi una successione, ma anche quello di motivare le sue azioni).

Un’altra caratteristica della novella di Griselda, è di essere molto semplice, davvero fiabesca: c’è l’eroina, poi avviene un cambiamento che la mette in difficoltà, ci sono le peripezie, e il lieto fine. Forse proprio per questo suo schema così base, così semplice, la novella è stata ripresa da moltissimi autori e moltissime letterature. Per parlare solo di autori contemporanei a Boccaccio, possiamo ricordare che la novella viene tradotta in latino da Petrarca e, attraverso la versione di Petrarca, ripresa dal grande autore inglese Geoffrey Chaucer che la inserisce nella sua raccolta di racconti a cornice (vi ricorda qualcosa?) scritti tra il 1387 e il 1400 The Canterbury Tales (I racconti di Canterbury).

La novella si può leggere alle pagine 388-399 del vostro libro. Vi metto anche l’audio-book. Questo vi fa comprendere che la sua lettura è obbligatoria.

Vi metto anche una animazione: è per ragazzi assai più piccoli di voi, ma è fatta molto bene.

Materiali

  1. La novella di Griselda

https://letteritaliana.weebly.com/griselda.html

2. Sintesi video della storia di Griselda