9 marzo 2020
CORNICE


La fortuna (Giulia Del Pecchia)

Orsetta Innocenti
Created Mar 9Mar 9 (Edited Mar 9)
Buon giorno a tutti e a tutte. Oggi, IV giornata del Decameron, la giornata si apre non sulla cornice, ma con l’autore Boccaccio che prende di nuovo la parola, in una Introduzione alla IV giornata in cui si difende da alcune critiche e racconta anche una novelletta, un raccontino breve, la cosiddetta novella delle papere, che serve per difendersi dalle critiche. Così anche Boccaccio, in qualche modo, aggiunge una novella alle 100 del libro, e si fa novellatore, narratore, tra i suoi 10 personaggi narratori.

Vedrete i dettagli nei materiali della IV giornata (pubblicati nei Lavori del Corso sotto “Boccaccio”.
Poiché però qui, nel nostro Decameron della 3^L, il narratore sono io, nell’attesa che Giulia, la nostra regina della IV giornata, ci dia il tema, vi propongo anche io una breve non novella, ma sonetto, a commento di queste nostre giornate lontani ma vicini. Il sonetto prende spunto da un sonetto che abbiamo fatto insieme. Vi chiedo, ed è un compito, di provare a indicare qui sotto quale sia il sonetto modello da cui l’ho preso per scrivere il mio. La risposta va motivata (il compito è per mercoledì 11 marzo, è sul registro elettronico).

Eccoci dunque, cara Terza Elle
Ora forzati in allontanamento
E allora resistiamo a questo vento
Narrando tutti insieme le novelle.
E ne inventiamo sempre di più belle
Ciascuno secondando il suo talento
E se non arriviamo proprio a cento
Piovono comunque in catinelle.
Così tra re, regine e un Dioneo
Non mancano i temi e il narratore.
Si racconta di amore, cura e affetto
Per gridare al contagio “marameo”
E trascorrono liete molte ore
Al riparo da ogni loco infetto.

5 class comments

Matilde GermaniMar 9
Penso che il sonetto modello da cui si è ispirata sia ” Guido, i vorrei che tu e Lapo ed io” di Dante Alighieri

Orsetta InnocentiMar 9
Grazie, Matilde. Il compito è per mercoledì, giorno in cui darò la risposta e le spiegazioni. Potresti per favore motivare la tua risposta?

federica baldacciMar 9
Penso che il sonetto modello sia “Guido, i vorrei che tu Lapo ed io” di Dante Alighieri perché come lui canta il sogno di un immaginario viaggio con gli amici e le rispettive amate sperando che la loro unione si rafforzi superando ogni ostacolo ,così nel suo moderno sonetto spera che questa momentanea lontananza tra noi a riparo dal contagio sia meno sentita, raccontandoci ogni giorno delle liete novelle fino al superamento dell’isolamento.

giulia DEL PECCHIAMar 10
Il sonetto che il narratore del “nostro Decameron Terza Elle” ha scritto mi ricorda “Guido, i vorrei che tu Lapo ed io” di Dante Alighieri. In questo sonetto del periodo stilnovista Dante Alighieri si rivolge idealmente a due suoi amici, Lapo Gianni e Guido Cavalcanti. Vorrebbe fare un viaggio felice e sereno con gli amici e con le rispettive donne. Esprime il desiderio di evasione e fuga dalla realtà in cui s sta vivendo. Noi come Dante vorremmo evadere, fuggire dall’isolamento che ci sembra nostro nemico ma è l’unica soluzione che abbiamo per sconfiggere il vero e unico malevolo virus. Siamo costretti all’isolamento ma possiamo stare insieme narrando a turno delle novelle per trascorrere ore più serene.

Isabel Gianni Mar 10
Anche secondo me questo suo sonetto è stato scritto prendendo spunto da “Guido, i vorrei che tu lapo ed io” di Dante, ho trovato a parer mio delle somiglianze visto che Dante alludeva ad essere insieme ai suoi amici e alla felicità e penso che anche questo sonetto faccia riferimento alla felicità che ci sarebbe, se tutti fossimo riuniti come classe e tutto fosse “normale”, infatti anche se da lontano, ci scriviamo come facevano questi poeti al tempo e aspettiamo che tutto ritorni come prima.

giulia DEL PECCHIA
Created Mar 9Mar 9
Giorno 4 “La fortuna”
Se mi si chiedeva qualche giorno fa che cosa desideravo dalla vita, quale fosse il mio più grande desiderio avrei detto che volevo vincere tanti soldi. Con i soldi si sa si può fare tutto, non mi dovrei più preoccupare di andare al lavoro, di parlare con la mia collega antipatica, potrei comprarmi tutte le scarpe con il tacco che voglio e riempire il mio armadio di tutte quelle cose inutili a cui oggi devo rinunciare. La fortuna è quello di cui avrei bisogno,vorrei vincere al superenalotto ma anche trovare un grande amore e perché no potrei svegliarmi e non ricordarmi più quale è la causa che oggi mi costringe a casa, che mi tiene lontana dagli amici, dallo sport e da tutto quello che rende ogni giorno la mia vita normale ma unica e che mi manca già tanto!

1 class comment

Orsetta InnocentiMar 9
Grazie Giulia, per il tema e per questa tua ‘novella’ che è quasi nella forma di diario. Il tema della fortuna è molto interessante, e particolarmente adatto sia al contesto del Decameron (infatti viene scelto anche in una delle dieci giornate), sia del nostro Decameron. Fortuna vuol dire non solo buona fortuna, per gli antichi, ma anche più generalmente il caso, il destino. E trovo molto appropriato che tu vi abbia collegato il concetto di “normalità”, che è qualcosa che, per sua natura, tendiamo a dare per scontato. Ma che poi ci manca terribilmente quando poi viviamo in stati come questi, “di eccezione”.

Arbesa Spahiu
Created Mar 9Mar 9
“Vorrei avere più soldi”.
L’essere umano appunto vede la moneta come la cosa più importante per poter vivere; più soldi si hanno più si vive meglio.
I soldi per le persone non sono mai abbastanza; c’è chi con duro lavoro arriva as avere tanti soldi, ma non si accontenta mai abbastanza. Invece, c’e anche chi è più “sfortunato”, che spera di ricevere qualche soldo dagli altri come “gesto umanitario”.
Ecco, nel caso in cui ci troviamo noi però la persona che vuole soldi dagli altri non può averli. E come fa? Sicuramente qualcosa si deve inventare.
Perciò nessuno deve ridursi al chiedere soldi altri altri. Bisogna lavorare, tovare una strada per poter guadagnare per poter vivere meglio
Non so quanto possa andare bene professoressa Innocenti, io ci provo sempre però.
Questa è una foto con didascalia riguardo al tema scelto da Giulia Del Pecchia.

1 class commentOrsetta InnocentiMar 9
Grazie, Arbesa. Hai inteso fortuna anche nel senso metaforico della lingua italiana di “ricchezza”, che era del resto evocato anche dal racconto di Giulia, quindi la tua riflessione è ottimamente in tema. Brava.
Ora affido un compito a te e alle altre regine fino a oggi: per favore, svegliamo il resto della classe e in particolare la componente con il cromosoma xy. Mi aspetto dei volontari, adesso. Dunque scriveteglielo per i vostri canali e fate in modo che non sorteggi. Grazie! 🙂