Regina della II giornata è Filomena, che è la prima che si prende il compito di dare un tema: questo sarà la fortuna, e dunque le novelle parleranno di vicende che finiscono bene, anche se magari dopo tante peripezie e avventure, anche rischiose. E’ in questa occasione che Dioneo chiede il suo privilegio, di narrare sempre a tema libero e per ultimo. Perché proprio oggi? Perché nella prima giornata il tema era già libero, e dunque Dioneo non aveva bisogno di chiedere nessun favore speciale. Perché per ultimo? Perché così, nella finzione della storia della cornice del Decameron (la brigata che si trova e si racconta le novelle), Dioneo può sempre avere l’ultima parola e decidere che cosa raccontare sulla base dei racconti altrui (è un po’ come nella Bella Addormentata: l’ultima fata sta zitta quando arriva la strega cattiva perché così può ancora fare qualcosa, rimediare). E poi serve a Boccaccio per lasciare sempre l’ultima parola al narratore più ‘libero’.
La novella più famosa della seconda giornata è quella di Andreuccio da Perugia, raccontata da Fiammetta. Per chi fosse interessato, ne metto il link alla versione di Piero Chiara (cioè quella in lingua italiana contemporanea e non quella del trecento di Boccaccio); sul vostro libro è da p. 343. L’elemento interessante di questa novella è che è costruita come un racconto dell’orrore, succede tutto in una notte (moltissime peripezie e pericoli, dai quali ovviamente Andreuccio uscirà, lo vuole il tema della seconda giornata, sano e salvo).
La lettura di questa novella non è un obbligo, la conoscenza di questi elementi della II giornata, sì.
Aggiungo, ai materiali, un video molto bello di uno storico bravo che si chiama Alessandro Barbero sulla crisi del Trecento e la peste, a completamento di quanto messo sul power point. Va guardato, e compreso, e studiato.
Materiali
- Video di Barbero sulla crisi del Trecento
2. Versione della novella di Andreuccio da Perugia di Piero Chiara
https://demo.capitello.it/app/books/CPAC89_4265395B/html/122